A caccia di Ovni
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Gli studi dell'Aeronautica Militare sugli Ufo

L’Aeronautica Militare italiana li chiama, con un pizzico d’autarchia linguistica, Ovni: oggetti volanti non identificati. Ma gli Ovni di casa nostra non hanno nulla da invidiare agli Ufo a stelle e strisce… Anzi, compaiono numerosi in maniera abbastanza uniforme su tutto il territorio nazionale, anche se con una leggera preferenza per le regioni centrali (più precisamente per i litorali delle regioni centrali) e per i grossi agglomerati urbani, come le aree metropolitane di Milano, Roma, Napoli.

E gli Ovni hanno anche un’altra particolarità: tendono a farsi avvistare, la maggior parte delle volte, dalle forze dell’ordine.

Nessun progetto Bluebook ma tanta cordialità e collaborazione, questo ha in serbo lo Stato Maggiore dell’Aeronautica per gli appassionati di ufologia. «L’esito annuale delle nostre indagini viene messo sistematicamente a disposizione di Cun e Cisu, le due associazione attualmente accreditate presso il Gabinetto del Ministro della Difesa. E tutta la documentazione, una volta concluse le necessarie verifiche e quindi purgata da quelli che sono i dati tecnici relativi agli impianti militari o ai nomi delle persone coinvolte, è materiale non classificato (cioè non sottoposto a restrizione di consultazione, ovvero niente top secret)».

Per essere una persona che ha passato la maggior parte della sua vita volando, il generale di brigata aerea Aldo Olivero dimostra di essere una persona con i piedi saldamente piantati per terra. Lui è il capo del Reparto Generale per la Sicurezza dell’Aeronautica Militare, che tra i suoi compiti ha anche quello di seguire e trattare le segnalazioni di oggetti volanti non identificati. E sempre lui ha destato un pizzico di meraviglia presentandosi all’ultimo congresso nazionale di ufologia a San Marino. «Era la prima volta che un ufficiale dell’Aeronautica era autorizzato a parlare in una occasione simile. Ma non è stata una questione d’imbarazzo, anche se da allora ogni tanto incontro qualcuno che mi domanda se ho visto gli omini verdi. Ho presentato una relazione che riassumeva dal punto di vista statistico gli avvistamenti di oggetti volanti non identificati sul nostro territorio dal ’79 a oggi. E preciso subito che in nessun caso i riscontri effettuati dall’Aeronautica hanno consentito di andare oltre a quanto segnalato da chi aveva avvistato l’Ovni». In parole povere, non si è mai arrivati a una prova tangibile (come un tracciato radar) dopo un contatto visivo.

Procedendo con ordine, va precisato che lo Stato Maggiore dell’Aeronautica è stato delegato nel ’78 a raccogliere i dati relativi a eventuali Ovni. Le indagini in materia sono affidate al RGS, ma ovviamente «tali attribuzioni sono limitate alla verifica del fenomeno per quanto attiene gli aspetti connessi alla sicurezza dello spazio aereo nazionale». Ebbene l’RGS, con una pragmaticità tutta militare, ha addirittura provveduto a preparare e distribuire (a Esercito, Marina, Carabinieri, Enti Difesa Aerea e Enti controllo traffico aereo) due moduli prestampati da compilare in caso di avvistamento visivo oppure tramite radar. In questo modo il testimone o l’autorità che raccoglie la segnalazione può fissare fin da subito quelli che sono i caratteri fondamentali per avviare nel modo migliore una verifica del fenomeno. Ci sono domande su forma, colore, eventuale rumorosità; ma si chiede anche di provare a fare uno schizzo di quanto visto e di rispondere a quesiti dettagliati sulle condizioni atmosferiche del momento; etc.

Insomma, se vedete un Ufo e lo raccontate ai Carabinieri prima o poi vi troverete a riportare la vostra testimonianza su uno di questi moduli (5 pagine, ben 27 domande comprese le vostre generalità). La relazione arriverà al RGS che provvederà a interrogare tanto la struttura della Difesa aerea quanto gli enti preposti al traffico aereo civile per trovare conferme a quanto visto dai vostri occhi. Dal ’79 a oggi tutta questa trafila si è ripetuta per ben 220 volte, «ma purtroppo senza alcun riscontro tangibile».

Inutile negare che, anche ammesso che gli italiani siano un po’ visionari, questa totale mancanza di riprove lascia l’amaro in bocca. «Però è la realtà e non possiamo non tenerne conto. Magari tutto ciò dipende proprio da noi: i sistemi che usiamo per il controllo dello spazio aereo e le tecnologie adottate per regolare il traffico aere nazionale sono perfetti per i loro compiti ma forse sono inadeguati per rilevare cose diverse da quelle per cui sono stati progettati e realizzati. Allo stato delle cose non ci sono dubbi: nessun riscontro».

Comunque, dopo un colloquio franco e cordiale con il responsabile militare del controllo Ufo, è difficile resistere alla tentazione e prendendo il coraggio a due mani, si passa a chiedere al generale se lui, a ET, pardon agli Ovni, ci crede. «Personalmente a me non è mai accaduto di vedere qualcosa di strano. Certo, ho passato la vita in volo insieme a molti compagni con la mia stessa passione e i miei stessi ideali. E quando, giorno dopo giorno, si vola ala contro ala devi avere fiducia nel compagno che pilota accanto a te: perché gli affidi la tua vita, come lui affida la sua a te. E se dopo un volo un compagno, un amico, un collega che tu stimi e in cui riponi la massima fiducia, ti racconta di aver visto qualcosa di strano… Non puoi non credergli… Tu non sei lui, ma lui ha la tua stessa preparazione, le tue stesse capacità, la stessa esperienza… Io non ho mai avuto un’esperienza del genere, ma ci sono colleghi che mi hanno detto…».

Federico Luperi

 in rete

Aeronautica Militare: Il portale dei ragazzi in blu
RGS:  I compiti del Reparto Generale per la Sicurezza Il rapporto del Rgs su gli OVNI anno 2001
Digilander: Tutti gli aerei italiani


Servizio speciale di IOL: http://news2000.iol.it/index_speciale.jhtml?speciale=ufo&pagina=pag4

 

 


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