Bio-ingegneria aliena

Per Budd Hopkins l’interazione fra esseri umani e non-umani è in atto da tempo.

di Maurizio Baiata

Approfondiamo, nella second aparte della nostra intervista con Budd Hopkins, i temi più attuali e complessi del problema "abduction".

 

Cosa pensa dei nuovi orientamenti , secondo cui il fenomeno "abduction" può essere interpretato anche secondo una chiave più positiva, quale sembra essere quello di John Mack, ad esempio?

H: Mack dimostra maggiore fiducia e speranza di me, nei confronti del problema. La sua visione deriva da un certo numero di casi da lui analizzati. Tre di essi riguardavano persone comuni, sulla trentina, fra cui un agente di vendita. Persone che si erano rivolte a lui molto spaventate e confuse, erano giusto al livello iniziale dell’osservazione della loro esperienza - il che, virtualmente, accade anche a quanti si rivolgono a me, per fare chiarezza e superare la paura - bene, Mack mi ha detto che nel giro di pochi mesi queste persone hanno lasciato il loro lavoro e, mentre progressivamente comprendevano meglio l’accaduto, capivano che il programma degli alieni era teso a "migliorare" la nostra situazione ambientale, al che hanno iniziato ad interessarsi del problema ecologico. E John era molto contento di questo. Io gli ho detto: "John secondo me, se gli alieni hanno avuto nelle loro mani queste persone, che per 35 anni sono state confuse e spaventate, ma comunque portavano avanti il loro lavoro ogni giorno, come puoi pensare che nel giro di tre mesi li hai aiutati, si sono sentiti meglio fino al punto di lasciare il lavoro? Allora, chi va ringraziato, tu o gli alieni?" E’ vero, il suo intervento è stato essenziale nel contribuire a migliorare le condizioni del suo paziente, ma è frutto pur sempre di un intervento umano, non proveniente da lassù. Se non avessero incontrato John Mack avrebbero continuato ad essere confusi e spaventati. L’interpretazione, da parte dell’investigatore, è estremamente importante al fine della convivenza di una persona con una simile esperienza. Quello che non collima fra John e me è che io non vedo questi "buoni sentimenti" fluire dagli alieni verso di noi. Il mio feeling è che ogni individuo ha le proprie risorse spirituali. Quando inizia a ricordare nel dettaglio ciò che gli è accaduto, capisce di essere forte e di aver superato queste esperienze, e si sente più sicuro e riesce a convivere con alcune delle sue paure intrinseche, come quelle del buio, o del non riuscire a dormire la notte, che lo hanno tormentato per tutta la vita. Riesce a non farsene più una colpa. Spesso gli addotti si commiserano e tengono la luce accesa, ma, poi, si sentono meglio e, attraverso incontri con altri addotti, capiscono che quelle stesse persone che siedono lì con loro sono brillanti, interessanti e provano le stesse emozioni, e hanno superato il problema. Così si convincono di potercela fare. Questa trasformazione interiore nasce sia da loro stessi, sia attraverso l’aiuto degli inquirenti che li supportano. Rimangono le strane esperienze vissute là fuori... gente che ha visto l’Universo in una maniera diversa da chiunque altro. La persona acquisisce nuove risorse, passa per esperienze particolarmente arricchenti e complesse e infine, nel sapere il perché delle paure, può in qualche modo sopravvivere e diventare una persona più forte. Ma è stato l’uomo ad usare le sue risorse umane e spirituali, certamente non sono stati gli alieni ad instillarle dentro di lui.

Non c’è una possibilità che certi soggetti arrivino a convincersi di essere parte umani e parte alieni?

H: Se la questione è quella degli ibridi, certo è possibile. Questo è un punto estremamente delicato. Prendiamo una famiglia, un bambino, particolarmente dotato, con doni di tipo psichico o intellettuale che i genitori non possiedono. Diciamo che il marito non vuole accettare alcuna idea collegata ad un’ esperienza UFO e la moglie invece la accoglie come possibilità reale. Supponiamo che il bambino venga sottoposto ad un test del DNA e si scopre che è leggermente diverso da quello dei genitori, cosa penserà il padre, forse di non essere il padre di quel bambino e che, dando per scontato che non si tratta di UFO, forse sua moglie lo ha tradito? Se, in un accesso di rabbia, quel padre si rivolgesse al bambino dicendogli "non sei neppure umano, sei parzialmente alieno"... è chiaro che tutte le conseguenze emozionali che ne deriverebbero sarebbero così gravi che credo non sia il caso di esplorare queste possibilità e di condurre test genetici e di mappatura dei cromosomi. Nulla di ciò va fatto, perché causerebbe gravi disagi in seno alla famiglia. Il nostro obiettivo è che la gente stia meglio, non di avere più informazioni che demolirebbero un matrimonio. Meglio starne alla larga.

Cosa pensa di X-files in questo senso, le informazioni che ne derivano, non possono aver creato danni?

H: Bisogna ricordare che X -files è fiction, serve per fare denari, anche mostrando cose sinistre e lugubri. Si fa credere alla gente, come nel contesto del tumore cerebrale di uno dei protagionisti, che si tratti di un effetto da abduction. Ciò è falso e tendenzioso. I miei archivi non riportano un solo caso in cui alieni abbiano ingenerato malattie nei rapiti. Tutto rientra nella media. Quindi, questo gioco di X -Files non lo ritengo valido.

Quanti casi di "guarigione" ha potuto constatare?

H: Vede, in circa 600 casi da me studiati, in oltre 21 anni, ci si imbatte occasionalmente in episodi di guarigione, ma non rappresentano la regolarità. In altre parole, persone con problemi fisici, una volta addotte, non guariscono nella media, automaticamente. Sarebbe bello, ma non è così. In un caso studiato da David Jacobs una donna era stata guarita da un particolare male cronico al torace. Allora Jacobs le ha chiesto se si sentiva riconoscente e lei ha risposto che non sapeva se si era trattato di un loro regalo, oppure solo di un problema di "manutezione dell’equipaggiamento". Quindi, posso dire che non si tratta di evenienze continue, ma che si manifestano di tanto in tanto.

In riferimento al caso di Linda Cortile, il nome dell’importante figura poltica che fu coinvolta è veramente quello dell’ex segretario dell’ONU Perez de Cuellar?

H: Non posso rispondere. Ho incontrato questa persona, sfortunatamente in presenza di un giornalista. La persona mi scrisse una lettera in cui mi diceva che se avessi reso noto il suo nome lo avrebbe negato recisamente, quindi questo significa che dire o non dire il nome non aiuterebbe comunque. Inoltre se ne divulgassi l’identità, e lui lo smentisse - considerando che sono in possesso di altri dati su di lui che non ho pubblicato nel mio libro - probabilmente ci sarebbero altri uomini politici che prenderebbero a interpellarmi, magari un generale, coinvolto nell’incidente di Roswell, che vide i corpi e ora pensa di dover parlare con Budd Hopkins, privatamente, perché è un uomo che mantiene la sua parola. Mi ritroverei quindi a frustrare la fiducia accordatami in questi anni. Ecco perché non posso fare questo nome.

E’ la stessa situazione fra Santilli e il suo cineoperatore.

H: Sì, è un tema centrale del fenomeno UFO. Ci sono tante persone, coinvolte in Roswell ad esempio, generali e alti ufficiali che decidono che alcune informazioni devono essere divulgate, come mi è capitato con un testimone che però ha sottolineato "per favore non usi il mio nome". E’ un problema che è emerso, per gli studisoi, moltissime volte.

Ha avuto modo di incontrare Derrel Sims? Cosa pensa di lui?

H: Diverse volte. Ma non dovremmo parlare di altri ricercatori.

La domanda tendeva a fare il punto sul problema impianti; è un’evidenza fisica che lei ritiene utile alle indagini ufologiche?

H: Certamente. Il tema degli impianti è, senza dubbio, di fondamentale importanza. Il problema è che quando uno di questi oggetti viene rimosso, vi si dovrebbe porre la massima attenzione e se la scienza giungesse a determinare che si tratta di qualcosa le cui apparenti proprietà non sono proprie della Terra, allora si farebbe un passo avanti. A tutt’oggi, però, devo ancora vedere i risultati delle analisi tratte dalla rimozione di impianti da parte del Dottor Roger K. Leir. Un punto importante. Davanti ad un oggetto, magari anche di manifattura aliena, ma che apparisse perfettamente terrestre, la scienza, come evidenza, lo rigetterebbe. Prendiamo due casi. Uno riguarda il rapporto di un istitituto radiologico di un ospedale. Un oggetto metallico, innestato all’interno del cervello di un soggetto, era stato rilevato dai raggi X: fra l’altro si consideri che si tratta del cervello di una ragazza italiana, ma il neurochirurgo, di fronte ad un corpo estraneo evidentemente infisso in questo modo, sa perfettamente che non è stato messo lì da noi, ma non può rimuoverlo. Gli oggetti rimossi dal dottor Leir, infatti, si trovavano nelle mani o nei piedi dei soggetti, insomma in punti in cui uno scienziato potrebbe dire "hai calpestato un oggetto metallico acuminato ed un pezzo è penetrato nella tua carne" e così via... ecco perchè è importante stabilire la sua composizione. Se si rinviene attraverso i raggi X un oggetto metallico all’interno di un cranio che, esternamente, non presenta fori né cicatrici, si deve determinare come è arrivato sin lì. E’ una evidenza notevole. Gli impianti detettati radiologicamente nel cervello diventeranno sempre più importanti, soprattutto se si avranno lastre diverse che, da diverse angolazioni, mostrano lo stesso oggetto.

Le è mai capitato che un identikit testimoniale riportasse una specie umanoide a sei dita?

H: No, nessun rapporto con alieni a sei dita, molto più spesso quattro, a volte tre. Ho effettuato studi su mani di alieni attraverso disegni effettuati da soggetti rapiti negli anni scorsi. La creatura del film di Santilli - e questo è maggiormente strano - non si conforma al tipico identikit alieno. Ad esempio, all’interno del mio gruppo di supporto tutti hanno detto "quello non è l’essere che ho visto io", dati l’addome dilatato, la corporatura muscolata, una forma del cranio piuttosto umana, e sei dita. Il problema è che chi realizza un falso lo dovrebbe rendere più simile possibile alle descrizioni testimoniali, mentre, nel nostro caso, la non somiglianza, stranamente, aggiunge elementi positivi al fatto che il filmato deve essere preso seriamente. E’ quasi una perversione dell’idea di falso: se ad esempio un pittore volesse realizzare un falso di van Gogh, non dipingerebbe una battaglia navale, perché van Gogh non ha mai dipinto una battaglia navale, e il falso sarebbe palese subito.Più logico che vada a falsificare dei girasoli. Quindi, un alieno a sei dita, che nessuno ha mai visto prima e con un corpo che non corrisponde, è già troppo strano e falso di per sé, quindi perché spendere denaro per fare qualcosa che non risulta coerente? Pur sussistendo elementi atti a rendere quel corpo appartenente ad un tipo specifico di alieno, una specie o una razza, mi sconcerta il fatto che non corrisponde; perché questo lavora contro l’ipotesi che sia un falso.

Le descrizioni del Majestic 12 definiscono quelle creature come EBE, entità biologiche extraterrestri, o robot biologici, lei pensa che i Grigi possano essere robot biologici?

H: Davanti ad una tecnologia enormemente avanzata, che potrebbe trasferire lei istantaneamente attraverso quel muro, o di trasportarla a bordo di un oggetto in maniera tale che nessuno a San Marino possa vederla, dobbiamo ammettere che è una tecnologia in grado di fare qualunque cosa. E, certamente, non si può escludere che possa costruire dei robot biologici. Che queste cose vivano, peraltro, come noi intendiamo la vita degli esseri viventi, piuttosto che una vita robotica costruita artificialmente, non possiamo proprio saperlo. Sappiamo però che oggi abbiamo un computer che può battere il campione del mondo di scacchi, quindi il territorio dove biologia e ingegneria genetica si intersecano è troppo vasto.

E i cloni?

H: La possibilità che una tecnologia aliena sia in grado di creare cloni biologicamente avanzati, come le persone, è concreta. Dobbiamo capire che se si clonano le cellule di un bambino di dodici anni, ottenendo un altro bambino virtualmente identico al primo, l’unica differenza è che il secondo sarà in realtà più giovane di dodici anni. Quindi, non avremo mai due individui perfettamente uguali e della stessa età, a meno che l’operazione non sia stata effettuata esattamente all’inizio, in tal caso, avresti due gemelli identici, cioè un clone, in cui la cellula originale è stata suddivisa in due identiche sviluppate in due feti. Mi sembra quindi che la clonazione sia altamente possibile. Inoltre, e questo va sottolineato come cosa disturbante più di tutte, c’è una chiara evidenza che gli ibridi, composti forse di una parte aliena e cinque, cioé sette parti umane risultano estremamente simili a noi, al punto tale che possano di già veramente vivere fra noi su questa Terra, adesso. E potrebbero avere capacità telepatiche, o di lettura nel pensiero di altri esseri umani, o di smaterializzazione. O persino potrebbero esser qui, in questo momento, a fare shopping e comprare una cartolina di San Marino, senza che nessuno se ne accorga. E’ una possibilità, ma ne abbiamo già le prove.

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