Vivere come noi

Budd Hopkins: le ragioni aliene del fenomeno "Abduction" non risiedono solo nella vulnerabilità dell’essere umano.

Abbiamo incontrato Budd Hopkins durante il Quinto Simposio Internazionale di San Marino. Nella prima parte di questa lunga intervista il più noto specialista del settore "rapimenti" ricostruisce il suo iter conoscitivo del fenomeno.

La mini serie TV "Intruders" schiuse agli americani, in una chiave fiction, la realtà sui rapimenti. Quale fu il suo coinvolgimento nella produzione?

H: Cambiarono la storia del mio libro in più punti. Invece di un pittore ero uno psichiatra ma, essenzialmente, mantennero la verità dell’esperienza rapimento, riproducendo accuratamente l’emozione dei protagonisti di queste esperienze. Colsero il centro del fenomeno abduction.

Venivano presentati anche altri temi, pertinenti al fenomeno UFO più in generale.

H: Sì, a differenza del mio libro, il problema degli UFO crashes, o di Roswell e del cover-up nella serie TV sono stati trattati, credo, al fine di allargare la storia ad un maggiore interesse della gente.

Era il 1992. In un altro programma televisivo di quattro anni prima, "UFO Cover Up Live", molto discusso dai ricercatori, era stato affrontato il tema abduction, cosa ne pensa?

H: Fu un programma molto sfortunato. Con la pretesa di occuparsi di tutto, avevano realizzato una sceneggiatura in cui ognuno di noi era stato intervistato. Determinate frasi, prese dalle nostre dichiarazioni, apparivano sullo schermo di un "teleprompter" e noi dovemmo ripetere esattamente quello che vedevamo scritto; ma purtroppo nessuno di noi era preparato in tal senso, per cui la spontaneità delle interviste, come noi stiamo facendo adesso, suonava molto falsata. Ridicolo, dover leggere le proprie parole.

Ma, per la prima volta, il programma mostrò le ricostruzioni delle esperienze di almeno tre o quattro testimoni, se non ricordo male, che lei stesso propose...

H: Sì, infatti fui io a proporre alcuni delle persone. Il problema è che quando il programma andò in onda, molto tempo fa, tanta gente lo vide, prendendolo piuttosto seriamente, anche se la resa qualitativa fu discutibile. La nostra impressione negativa fu accresciuta da ciò che sembrò essere disinformazione veicolata appositamente, parlando ad esempio degli alieni presumibilmente catturati dopo il crash di Roswell ed altri incidenti, come di fatti reali, per poi demolirne l’evidenza sottolineando le loro preferenze gastronomiche per il gelato al gusto di fragola. Come dire che, prima catturi l’attenzione della gente e poi la frustri facendo apparire tutto ridicolo. Ecco perché il programma suscitò notevoli dubbi.

In ogni caso che tipo di reazione, dopo questo programma, lei ricevette personalmente?

H: Ho sempre ricevuto lettere da moltissima gente, in seguito a ciascuna delle trasmissioni cui ho preso parte, non solo da quella. A volte, immediatamente dopo. Ma in alcuni casi, c’era chi scriveva "l’anno scorso ho visto un programma intitolato UFO Cover Up e da allora ho continuato a pensare a certe cose che mi sono accadute quando ero bambino, ed ora ho deciso finalmente di scriverle, dopo aver distrutto un paio di lettere precedenti", cioè nella media non si reagisce d’impulso, perché l’idea di esplorare queste esperienze è disturbante, non ti ci getti dentro solo per aver visto un programma e chiami il giorno dopo. La gente ci pensa su parecchio e poi, con riluttanza, mi contatta. I contatti, fra lettere e telefonate, non sono mai diminuiti. A partire dal 1987, la pubblicazione di "Intruders" generò un enorme numero di lettere per più anni. A tutt’oggi ricevo ogni giorno, di media, due casi che meritano di essere investigati, a volte ne arrivano sette in un giorno, da ovunque, dall’Italia, dal Sud America, dall’Europa e da ovunque negli Stati Uniti. Vista la quantità, non potendomene occupare personalmente, certi casi preferisco veicolarli verso investigatori locali di provata esperienza, come lei, per ciascun Paese, che poi se ne occupino. Ma il numero è impressionante.

Le ricerche di Leo Sprinkle, risalenti ad oltre 20 anni fa, denotarono che esisteva un problema abduction e Sprinkle dedicò particolare attenzione ai soggetti presumibilmente rapiti . Lei ha mai collaborato con Sprinkle?

H: No. Questa è la sequenza esatta: all’epoca non avevo interesse per l’argomento. Avevo avuto un avvistamento diurno di UFO nel 1964. Quando lessi del caso Hill non vi credetti, non ci potevo credere, ma fu solo nel ‘67 che lo accettai come tale, un rapimento. Di tanto in tanto mi capitava di leggere qualcosa, ma le cose cambiarono nel 1975, quando investigai il mio primo caso, un atterraggio UFO con entità che furono viste effettuare carotaggi di terreno, in New Jersey, praticamente ad un miglio di Broadway, a Manhattan, dall’altra parte del fiume. All’epoca, la maggioranza degli investigatori a malapena conosceva una manciata di casi di abduction, si pensava fossero molto rari. Tutto insieme però uscì fuori il caso Hill, poi Pascogoula in Mississippi, Travis Walton, Villas Boas e un paio di altri. Dopo aver scritto un articolo su quel caso di atterraggio, iniziai a ricevere telefonate e lettere in merito ad alcuni casi che riportavano il problema del Missing Time, nel senso che si sospettava ci fosse qualcosa di più complesso e la gente non ricordava l’abduction di per sé. Cominciai ad occuparmene e, scavando, scoprii che le abduction erano molto numerose, e che i testimoni presentavano la costante dell’avvistamento di un UFO. Prendiamo Travis Walton e Betty Hill, ricordavano - coscientemente - di aver visto un UFO, ma non ricordavano la presenza di alieni. In loro affiorava il vuoto temporale, il missing time, eccetera. Pubblicai quindi il mio primo libro nell’81, in cui scrissi che si poteva trattare prima di tutto di un fenomeno estremamente più massiccio e diffuso. La ricerca allora era limitata a pochissimi specialisti, come Leo Sprinkle, così, partecipando ad un convegno nel 1981, dichiarai di credere altamente possibile che nel mondo si fossero verificati più casi di abduction che di avvistamento UFO. Un’affermazione piuttosto radicale, perché si contavano centinaia di migliaia di avvistamenti, mentre io dicevo che gli avvistamenti rappresentavano un aspetto del fenomeno abduction, invece del contrario. Il che spalancò una grande porta nel problema. Scoprii un altro elemento, quello delle "false screen memories". facciamo un esempio: una persona ricordava di aver visto numerose automobili rottamate ma con le loro luci accese, e provava strane sensazioni e il Missing Time. Sotto ipnosi, si scopriva che non c’erano auto rottamate, ma piuttosto che c’era un UFO atterrato e che nella mente del soggetto era stata impressa una falsa immagine. Scoprii anche cicatrici, segni fisici sulle persone, sconosciuti prima dell’esperienza. Ecco che, allora, gli aspetti del fenomeno si allargavano ma, come ho detto prima, essenzialmente per me il fulcro era che si trattava di un fenomeno estremamente diffuso.

Ebbe modo di incontrare Allen Hynek e di parlargliene?

H: Allen ed io eravamo ottimi amici. Allen era piuttosto preoccupato dall’idea stessa delle abductions, non gli piaceva pensare che ciò stesse accadendo e diceva che - ed io gli ero molto affezionato, era un uomo meraviglioso - diceva "dannazione, Budd, quello che stai facendo in questo campo sembra convincente, ma proprio non posso accettarlo, non riesco ad immaginare come possa succedere". Allen, pur essendo disponibile a contemplarne la possibilità, preferiva combattere l’idea delle abductions e lo fece sempre nel corso della sua vita, sino all fine. Non poteva accettarla, nonostante ammettesse che le evidenze erano schiaccianti.

Fu Hynek a coniare la definizione degli Incontri del III Tipo...

H: e degli UFO occupanti...

Poi si è giunti al IV e V tipo, sino ai casi di esogamia. Ora, nell’ultima parte della sua vita, Hynek deve essere stato a conoscenza di uno scenario UFO molto più grande, con Roswell, gli UFO crashes e la strategia del cover up, secondo me ciò è fuori discussione. Pertanto, mi chiedo quale fosse realmente il suo atteggiamento nei confronti delle abductions. E’ possibile che per Hynek fosse una porta chiusa, da non aprire perché non si poteva andare oltre, nonostante in coscienza sapesse che era tutto reale.

H: La mia sensazione è stata sempre che lui sapeva, nel profondo del suo cuore che questo stava accadendo, ma non credo - è solo una supposizione - che il governo gli abbia rivelato di avere i corpi e i rottami. Conoscendo Allen, lo avrebbe reso noto, lo avrebbe detto ai suoi collaboratori più fidati. Non credo che il governo lo abbia, confidenzialmente, incluso nel cover-up. Ma Allen sapeva quello che stava accadendo, e non gli piaceva, anzi lo addolorava molto. D’altronde è un fatto emozionale, che amareggia tutti noi. Chi riesce ad ammettere che, come è stato detto, non necessariamente noi rappresentiamo il vertice della loro catena alimentare, ma che loro sono qui e ci fanno quello che vogliono e non c’é nulla che noi possiamo fare, lasciandoci senza scelta. Penso che, in merito alle abducions, Allen abbia sospettato che era tutto vero.

d: Ha mai potuto porgli domande in merito agli alieni malevoli e o benevoli?

H: Non so se ne parlammo in questi termini. Vede, io personalmente non vedo né esseri malevoli né benevoli. Gli occupanti UFO sono di diverso tipo: creature insettoidi molto alte, i grigi, e altre figure che appaiono più umane. In diversi casi sono contemporaneamente presenti in una nave, apparentemente cooperando fra loro nella stessa procedura di abduction. Comunque, sembrano avere un loro proposito, agire in base ad un loro programma. Credo che abbiano bisogno di qualcosa di nostro, del nostro DNA, della nostra mappatura genetica: credo siano affascinati da cose che noi abbiamo e a loro mancano, come l’amore per i nostri figli. Credo che se i loro bambini, in effetti, sono stati prodotti in vitro, vuol dire che non c’è stata una vera gestazione, e che, per anni, potrebbero non avere avuto alcuna connessione emozionale con i loro figli, come fanno madre e figlio durante la gestazione. Per me sono interessati alle cose che possediamo e che, forse, gli appaiono da un certo punto di vista primitive, ma sono piene di vitalità, e forse le desiderano. Ecco, secondo me sono qui per se stessi, non per noi. Non cercano di danneggiarci, ma non cercano neppure di aiutarci.

Bene, abbiamo diversi tipi di alieni, che compiono esperimenti sui soggetti addotti. Alcuni testimoni italiani hanno detto di aver visto, durante il loro rapimento, esseri assolutamente umani accanto agli alieni.

H. Sì, certamente. Ho analizzato alcuni di questi casi. vediamo la situazione: primo, se possono prendere un feto da una donna e quel feto è, diciamo, un ibrido, prodotto da un incrocio fra loro e noi, cosa può impedire loro di prendere un feto completamente umano da una donna, cioè una donna normalmente incinta, ed inserire quel feto in un ambiente UFO, dove viene cresciuto all’interno della loro cultura, o come vogliamo chiamarla. Ne consegue che una persona che viene portata a bordo di una nave può vedere creature totalmente umane, al cento per cento, che hanno vissuto con gli occupanti dell’UFO per tutta la loro vita. Di questo abbiamo le prove. Se possono crescere piccoli bambini ibridi, possono forse crescere anche bambini umani al cento per cento nel loro ambiente, e quell’essere umano risulterà avere un punto di vista completamente alieno.

A bordo delle astronavi, oltre al tipo nordico ed al grigio, certi addotti si sono trovati di fronte anche uomini normali, in divisa, cioè personale militare...

H: Questo è un punto particolarmente complicato. Come ho scritto nel mio ultimo libro "Witness", emerge un certo numero di casi, che definisco di "alien cooption" in cui gli alieni prelevano un individuo, che si comporta come se fosse esso stesso alieno, per un’ora o due... al termine dell’abduction, la persona torna a comportarsi come un normale essere umano. Prendiamo il caso di una donna addotta, da me analizzata: ricordava di essere stata portata a bordo, dove era vestita con un’uniforme blu come quella indossata dagli alieni; e non sapeva come fosse accaduto, l’uniforme non aveva bottoni o cerniere. La nave era atterrata, le dissero di uscire, e lei vide un’automobile ferma, con un uomo afro-americano dentro. L’uomo si spaventò a morte. Lei, accompagnata da due alieni grigi, si avvicinò all’auto, aprì la portiera e fece uscire l’uomo dall’auto prendendolo per un braccio, poi insieme si avviarono verso la nave e vi girarono intorno. Detto, fatto. Era questo il suo compito, non doveva fare altro. Poi ricordava solo di essere tornata. Ovviamente, l’uomo è stato rassicurato dalla presenza di una donna umana, lo abbiamo constatato più volte. Ora, sembrerebbe logico il contrario: che cioè, una volta rapito un poliziotto, o un militare, questi venga usato alla stessa maniera, l’addotto gli obbedirebbe per via della divisa. In un altro caso, un uomo vede nella nave un altro essere umano normale con indosso un’uniforme militare e sul braccio una fascia che dice "MP" (polizia militare). E l’addotto, che ha fatto il servizio militare, si chiede "cosa sta facendo questo agente qui, perché è in uniforme, perché mai se il governo sta cooperando con gli alieni, questi dovrebbero essere vestiti da poliziotti, come a confermare che fra loro collaborano, è troppo ovvio. E’ senza senso. Ma poi la scena cambia e vede l’uomo di prima con sul braccio una fascia nazista, lui guarda e pensa "è impossibile". E’ chiaro che si tratta di false immagini immesse nella sua testa, egli non capisce quello che sta vedendo lì dentro. Ecco. Ci sono troppi problemi. Non riesco a intravedere l’idea, pur avendone l’evidenza, del fatto che il governo - che sia italiano o americano non importa - possa impiegare personale militare, a bordo degli UFO, che rapisce la gente. Non ci credo proprio. Le persone vengono "cooptate", vedono immagini che non esistono. Ricordo, ad esempio, un agente di polizia con cui ho lavorato mediante ipnosi. E’ a bordo dell’oggetto, spaventato da morire, steso sulle spalle e nudo e una donna aliena gli si avvicina e lo eccita, ha un’erezione, ma si accorge che lei è orribile ed è terrorizzato, ma poi la vede bellissima e, improvvisamente appare sua moglie accanto a lui che gli dice "va tutto bene, voglio che tu faccia l’amore con lei", sì, è sua moglie a dirgli così, lui guarda l’aliena che è di nuovo orribile, è ancora terrorizzato, poi l’essere ridiventa meraviglioso e lui è riassicurato dalla presenza della moglie. Se possono fare tutto questo, e io credo possano, diventa oltremodo difficile risolvere il problema... per me questa strategia rientra nel cover up di governo, specialmente quello americano. E’ una lotta che dobbiamo condurre sino in fondo. Il cover up è una cosa terribile che fanno agli esseri umani. Il governo dice, ufficialmente, a un bambino di sette anni, che è stato rapito e spaventato e forse operato, gli dice "non ti è successo nulla, stai mentendo oppure sei malato mentalmente". Questo sta causando gravi pericoli per la gente. E’ come se la polizia dicesse ad una vittima di stupro, non ti hanno violentato, sei uscita e volevi fare sesso. Stanno facendo un danno enorme. Biasimo il governo per questo. Duramente. Li biasimo per un cover up che fa tremendamente male alla gente. Ma non credo, allo stesso tempo, che stiano imbarcando soldati a bordo degli UFO, in maniera regolare. Questo non sta accadendo, le possibilità alternative sono troppe.

Torniamo all nostra astronave madre da cui piccoli oggetti, con a bordo i piccoli grigi, arrivano sulla Terra e rapiscono un tizio. Essi usano tecniche che Jacques Vallée inscriveva in un sistema di "deception", cioè di inganno. Sono dei veri e propri maestri in questo...

H: Assolutamente, straordinari.

Sembrano interagire con te nel momento in cui sei maggiormente fragile, mentalmente esposto al loro inganno, giocano con la tua mente, applicano la realtà virtuale e tu non hai mezzi per opporti.

H: E’ vero. Sanno come penetrare nella mente delle persone, come conoscere cosa c’è dentro. Prendiamo una donna profondamente religiosa, cristiana, possono farle credere di essere venuti per ordine di Dio, che sono angeli. E usano il suo sistema di credo per inserire nella sua mente qualcosa attraverso cui la controllano facilmente, appunto usando la sua fede. Uno dei casi più importanti è quello di un uomo, Carl Higdon, che fu rapito nel 1974 in uno Stato dell’Ovest. Era a caccia di alci, ne vide una e le sparò. Il proiettile uscì e cadde davanti a lui, lo raccolse, era come piombo fuso, e fu allora che lo presero, lo paralizzò un alieno e lo portò all’interno della nave in cui c’erano delle altre persone. Ad un certo punto fu in grado di chiedere perché si trovavano lì e quello gli rispose che erano lì per cacciare e pescare. Ovviamente l’uomo pensò " ma è pazzesco, se possono giungere sin qui da chissà dove e hanno il loro equipaggiamento che ragione avrebbero di andare a caccia... poi gli è balenata l’idea che stessero sfruttando la sua passione per la caccia per farlo sentire a suo agio, e controllarlo meglio. I bambini, ad esempio. Vengono rapiti da ciò che loro credono sia Mickey Mouse o immagini simili. Non si tratta solo di un’area di vulnerabilità, ma di un’area in cui per noi è più facile l’accettazione, e in quell’area dirigono la loro attenzione e la usano. Le persone vengono rapite, indifferentemente in ogni momento. Ad esempio, subito dopo un incidente automobilistico, una persona può aver riportato ferite o uno schock, ed è in una condizione di resistenza affievolita, e viene rapita. Oppure una persona può essere al massimo della sua forma, vincere un incontro di pugilato e poi, la notte stessa, essere rapita. Possono prendere chiunque, e usano le stese immagini che fanno parte del patrimonio mentale ed emozionale di una persona. E’ un tipico elemento della loro strategia.

Insomma, abbiamo un doppio livello. Primo, quello di un confronto intellettuale attraverso il contatto mentale; secondo, un confronto fisico. Ora, se una persona è particolarmente addestrata sia mentalmente che fisicamente, attraverso tecniche di meditazione, di yoga, e di arti marziali, forte in entrambe i livelli, questo rappresenta un soggetto per loro più ostico o più ricettivo?

H: Difficile dirlo. Non so se posso rispondere. Conosco molti casi interessanti, di persone che hanno avuto queste esperienze mentre meditavano. Cioè, nel momento in cui stanno raggiungendo un profondo livello interiore, chiudendosi al mondo esterno nella meditazione, in quel momento diventano vulnerabili al controllo altrui. A volte, ciò che accade durante il processo meditativo - l’ho constatato diverse volte - è che la persona dice "ero in casa, stavo meditando, in pace con me stesso, e ho visto questa faccia venire verso di me, e improvvisamente non mi potevo più muovere". Credo che lo stesso avvenga di notte, in uno stato onirico in cui siamo discretamente vulnerabili. Una donna mi raccontò di un suo sogno, un sogno normale, e ad un tratto questo volto alieno le appariva e la figura le diceva "abbiamo interrotto il tuo sogno per prelevarti". Devo dire che sostengo chiunque voglia, con qualunque mezzo, resistere a questa situazione. Perché è essenziale che noi riusciamo a fare capire loro che devono spiegare le loro intenzioni, e chiedere il permesso, prima di farci questo. Due semplici principi di diritti umani: primo, vogliamo capire che cosa vogliono da noi. Quasi tutti gli addotti con cui ho lavorato mi hanno detto "se mi avessero spiegato, abbiamo bisogno di questo o quest’altro, cellule ovariche, liquido seminale, lo stiamo facendo perché abbiamo dei problemi, allora bene, certo, posso aiutarvi. Ma almeno spiegatevi, e chiedetemi il permesso." Tutti i rapiti obbiettano, indistintamente, il fatto che gli alieni fanno quello che vogliono, a prescindere da quello che succede nella tua vita e certo, se ti prendono nel cuore della notte e ti portano via per tre ore e la mattina dopo devi andare ad un appuntamento importante e ti ritrovi confuso e stonato, allora è logico dire "non prendetemi adesso, non sono pronto", ma purtroppo questo non avviene, non c’è scelta. Plaudo a chiunque cerchi di resistere e dica "non prendetemi, dovete prima chiedermelo e spiegarmi perché lo fate".

Cosa pensa di un atteggiamento positivo, in questo contesto di ricerca, quale quello di John Mack, ad esempio?

H: Mack dimostra maggiore fiducia e speranza di me, nei confronti del problema. La sua visione deriva da certi casi da lui analizzati. Tre di essi riguardavano persone comuni, sulla trentina, fra cui un agente di vendita. Si erano rivolte a lui molto spaventate e confuse, erano giusto al livello iniziale dell’osservazione della loro esperienza - il che, virtualmente, accade anche alle persone che vengono da me, sono confuse e spaventate - bene, Mack mi ha detto che nel giro di pochi mesi queste persone hanno lasciato il loro lavoro e, mentre progressivamente comprendevano quello che gli era accaduto, capivano che il programma degli alieni era teso a "migliorare" la nostra situazione ambientale, al che avevano cominciato anche loro a dedicarsi al problema ecologico. E John era molto contento di questo. Io gli ho detto: John secondo me, se gli alieni hanno avuto nelle loro mani queste persone per 35 anni e per 35 anni sono state confuse e spaventate, ma comunque portavano avanti il loro lavoro ogni giorno, come puoi pensare che nel giro di tre mesi li hai aiutati, si sono sentiti meglio fino al punto di lasciare il lavoro? Allora, chi va ringraziato, tu o gli alieni? Essenziale è stato il suo intervento, che ha contribuito al cambiamento positivo. Un intervento umano, non proveniente da lassù. Se non avessero incontrato John Mack avrebbero continuato ad essere confusi e spaventati. L’interpretazione, da parte dell’investigatore, è estremamente importante al fine della convivenza di una persona con una simile esperienza. Quello che non collima fra John e me è che io non vedo questi "buoni sentimenti" fluire dagli alieni verso di noi. Il mio feeling è che ogni individuo ha le proprie risorse spirituali. Quando inizia a ricordare nel dettaglio quegli chi gli è accaduto, capisce di essere forte e di aver superato queste esperienze, e si sente più sicuro e riesce a convivere con alcune delle sue paure intrinseche, come quelle del buio, del non riuscire a dormire la notte, per tutta una vita. Riesce a non farsene più una colpa. Spesso gli addotti si commiserano e tengono la luce accesa, ma, poi, si sentono meglio e, attraverso incontri con altri addotti, capiscono che quelle stesse persone che siedono lì con loro sono brillanti, interessanti e provano le stesse emozioni, e hanno superato il problema. Così si convincono di potercela fare. Questa trasformazione interiore nasce sia da loro stessi, sia attraverso l’aiuto degli inquirenti che li supportano. Rimangono le strane esperienze vissute là fuori... gente che ha visto l’Universo in una maniera diversa da chiunque altro. La persona acquisisce nuove risorse, passa per esperienze particolarmente arricchenti e complesse e infine, nel sapere il perché delle paure, può in qualche modo sopravvivere e diventare una persona più forte. Ma è stato l’uomo ad usare le sue risorse umane e spirituali, certamente non sono stati gli alieni ad instillarle dentro di lui.

Non c’è una possibilità che certi soggetti arrivino a convincersi di essere parte umani e parte alieni?

H: Se la questione è quella degli ibridi, certo è possibile. Questo è un punto estremamente delicato. Prendiamo una famiglia, un bambino, particolarmente dotato, con doni di tipo psichico o intellettuale, che i genitori non hanno. Diciamo che il marito non vuole accettare alcuna idea collegata ad un’ esperienza UFO e la moglie invece la accoglie come possibilità reale Supponiamo che il bambino venga sottoposto ad un test del DNA e si scopre che esso è leggermente diverso da quello dei genitori, cosa penserà il padre, forse di non essere il padre di quel bambino e che, dando per scontato che non si tratta di UFO, forse sua moglie lo ha tradito? Se, in un accesso di rabbia, quel padre si rivolgesse al bambino dicendogli non sei neppure umano, sei parzialmente alieno... è chiaro che tutte le conseguenze emozionali che ne deriverebbero sarebbero così gravi che credo che non sia il caso di esplorare queste possibilità e di condurre test genetici e sulla mappatura dei cromosomi. Nulla di ciò va fatto, perché causerebbe gravi disagi in seno ad una famiglia. Il punto che si vuole ottenere è che la gente stia meglio, non di avere più informazioni che demolirebbero un matrimonio. Meglio starne alla larga.

Cosa pensa di X-files in questo senso, le informazioni che ne derivano, non possono creare danni?

H: Bisogna ricordare che X -files è fiction, serve per fare denari, anche mostrando cose sinistre e lugubri. Si fa credere alla gente, come nel contesto del tumore cerebrale di uno dei protagonisti, che si tratti di un effetto da abduction. Ciò è falso e tendenzioso. I miei archivi non riportano un solo caso in cui alieni abbiano ingenerato malattie nei rapiti. Tutto rientra nella media. Quindi, questo gioco di X Files non lo ritengo valido.

Quanti casi di "guarigione" ha potuto constatare?

H: Vede, in circa 600 casi da me studiati, in oltre 21 anni, ci si imbatte occasionalmente in episodi di guarigione, ma non rappresentano la regolarità. In altre parole, persone con problemi fisici, una volta addotte, non guariscono nella media, automaticamente. Sarebbe bello, ma non è così. In un caso studiato da David Jacobs una donna era stata guarita da un particolare male cronico al torace. Allora Jacobs le ha chiesto se si sentiva riconoscente e lei ha risposto che non sapeva se si era trattato di un loro regalo, oppure solo di un problema di "manutenzione dell’equipaggiamento". Quindi, posso dire che non si tratta di evenienze continue, ma che si manifestano di tanto in tanto.

In riferimento al caso di Linda Cortile, il nome dell’importante figura politica che fu coinvolta è Perez de Cuellar?

H: Ho incontrato questa persona, sfortunatamente in presenza di un giornalista. La persona mi scrisse una lettera in cui mi diceva che se avessi reso noto il suo nome lo avrebbe negato recisamente, quindi questo significa che dire o non dire il nome non aiuterebbe comunque. Inoltre se ne divulgassi l’identità, e lui lo smentisse - considerando che sono in possesso di altri dati su di lui che non ho pubblicato nel mio libro - probabilmente ci sarebbero altri uomini politici che prenderebbero a interpellarmi, magari un generale coinvolto nell’incidente di Roswell, che vide i corpi e ora pensa di dover parlare con Budd Hopkins, privatamente, perché è un uomo che mantiene la sua parola. Mi ritroverei quindi a frustrare la fiducia accordatami in questi anni. Ecco perché non posso fare questo nome.

E’ la stessa situazione fra Santilli e il suo cineoperatore.

H: Sì, è un tema centrale del fenomeno UFO. Ci sono tante persone, coinvolte in Roswell ad esempio, generali e alti ufficiali che decidono che alcune informazioni devono essere divulgate, come mi è capitato con un testimone che però ha sottolineato "per favore non usi il mio nome". E’ un problema che è emerso per ricercatori moltissime volte.

Ha avuto modo di incontrare Derrel Sims? Cosa pensa di lui?

H: Diverse volte. Ma non dovremmo parlare di altri ricercatori.

La domanda tendeva a fare il punto sul problema impianti; è un’evidenza fisica che lei ritiene utile alle indagini ufologiche?

H: Certamente. Il tema degli impianti è, senza dubbio, di fondamentale importanza. Il problema è che quando uno di questi oggetti viene rimosso, l’intera attenzione dovrebbe essere posta su di esso e se la scienza giungesse a determinare che si tratta di qualcosa le cui apparenti proprietà non sono proprie della Terra, allora si farebbe un passo avanti. A tutt’oggi, però, devo ancora vedere i risultati delle analisi tratte dalla rimozione di impianti da parte del Dottor Leer. Un punto importante. Davanti ad un oggetto, magari anche di manifattura aliena, ma che apparisse perfettamente terrestre, la scienza, come evidenza, lo rigetterebbe. Prendiamo due casi importanti. Uno riguarda il rapporto di un istitituto radiologico di un ospedale. Un oggetto metallico, innestato all’interno del cervello di un soggetto, era stato rilevato dai raggi X: fra l’altro si consideri che si tratta del cervello di una ragazza italiana, ma il punto è che il neurochirurgo di fronte ad un oggetto, evidentemente infisso in questo modo, sa perfettamente che non è stato messo lì da noi, ma non può rimuoverlo. Gli oggetti rimossi dal dottor Roger Lear , infatti, si trovavano nelle mani o nei piedi dei soggetti, insomma in punti in cui uno scienziato potrebbe dire hai calpestato un oggetto metallico acuminato ed un pezzo è penetrato nella tua carne e così via... ecco perchè è importante stabilire di che cosa è composto quel pezzo di metallo. Se si rinviene attraverso i raggi X un oggetto metallico all’interno di una testa, e il cranio non presenta fori né cicatrici, si deve determinare come è arrivato sin lì. E’ una evidenza notevole. Gli impianti detettati radiologicamente nel cervello diventeranno sempre più importanti, soprattutto se si avranno lastre diverse che, da diverse angolazioni, mostrano lo stesso oggetto.

Le è mai capitato che un identikit testimoniale riportasse una specie umanoide a sei dita?

H: No, nessun rapporto con alieni a sei dita, molto più spesso quattro, a volte tre. Ho effettuato studi su mani di alieni attraverso disegni di soggetti rapiti negli anni scorsi. La creatura del film di Santilli - e questo è quello che è maggiormente strano - non si conforma al tipico identikit alieno. Ad esempio, all’interno de mio gruppo di supporto tutti hanno detto "quello non è l’essere che ho visto io", dati l’addome dilatato, la corporatura muscolata, una forma del cranio piuttosto umana, e sei dita. Il problema è che chi realizza un falso lo dovrebbe rendere più simile possibile alle descrizioni testimoniali, mentre, nel nostro caso, la non somiglianza, stranamente, aggiunge elementi positivi al fatto che il filmato deve essere preso seriamente. E’ quasi una perversione dell’idea di falso, ma voglio fare un esempio: se un pittore vuole realizzare un falso di van Gogh, non si mette a dipingere una battaglia navale, perché van Gogh non ha mai dipinto una battaglia navale, e il falso sarebbe palese subito. Più logico che vada a falsificare dei girasoli. Quindi, se fai una alieno a sei dita che nessuno ha mai visto prima, e con un corpo che non corrisponde, è già troppo strano e falso di per sé, quindi perché spendere denaro per fare qualcosa che non risulta coerente? Se ci fossero elementi per dire che quel tipo di corpo, pur raramente, rappresenta effettivamente un tipo specifico di alieno, una specie o una razza, mi disturba comunque il fatto che non corrisponde; perché questo lavora contro l’ipotesi che sia un falso.

Le descrizioni del Majestic 12 definiscono quelle creature come EBE, entità biologiche extraterrestri, o robot biologici, lei pensa che i Grigi possano essere robot biologici?

H: Ponendosi domande su una tecnologia enormemente avanzata, che potrebbe trasferirla istantaneamente attraverso quel muro, o di trasportarla a bordo di un oggetto in maniera tale che nessuno a San Marino possa vederla, è una tecnologia che bisogna ammettere potrebbe fare qualunque cosa. E, certamente, non potrei escludere che essa possa costruire dei robot biologici. Che queste cose possano, peraltro, vivere come noi intendiamo la vita degli esseri viventi, piuttosto che una vita robotica costruita artificialmente, non possiamo proprio saperlo. Quello che sappiamo è che oggi abbiamo un computer che può battere il campione del mondo di scacchi, quindi il territorio dove la biologia e una costruzione artificiale si intersecano, è un’area che è troppo aperta.

E i cloni?

H: Con la loro tecnologia, i cloni, sembrano nella loro possibilità operativa, clonare le persone ad esempio. Dobbiamo capire che se si prendono le cellule di un bambino di dodici anni e le cloniamo ottenendo un altro bambino virtualmente identico al primo, l’unica differenza è che il secondo sarà in realtà più giovane di dodici anni. Non ci saranno mai due individui perfettamente uguali e della stessa età, a meno che l’operazione non sia stata effettuata esattamente all’inizio, in tal caso, avresti due gemelli identici, cioè un clone, in cui la cellula originale è stata suddivisa in due identiche sviluppate in due feti. Mi sembra quindi che la clonazione sia altamente possibile. Inoltre, e questo va sottolineato come cosa disturbante più di tutte, c’è una chiara evidenza che gli ibridi, composti forse di una parte aliena e cinque, cioé sette parti umane risultano estremamente simili a noi, al punto tale che possano di già veramente vivere fra noi su questa terra, adesso. E potrebbero avere dei poteri, come quelli telepatici, leggere nella mente di altri esseri umani, di dematerializzazione. O persino potrebbero esser qui, in questo momento, a fare shopping e comprare una cartolina di San Marino, senza che nessuno se ne accorga. E’ una possibilità di cui abbiamo le prove.

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